Roberto Francese nasce a Vercelli il 18 settembre 1954. Nei primi anni 70 frequenta i corsi serali presso l’istituto di Belle Arti di Vercelli e tuttora coltiva la passione per il disegno e le arti figurative.
Dal 1982 esercita la professione di Architetto.

L’attività professionale e lo studio dei grandi architetti del passato, in particolare di Frank Lloyd Wright, lo ha portato ad interessarsi di arte e cultura orientali ed in particolare di quelle giapponesi: da fine anni 90 si diletta nella scrittura di
poesie in stile giapponese e cinese e nello studio del Buddhismo, nel 2002 è ordinato Monaco laico Zen Soto con il nome di Sojun.

Tuttora scrive Haiku, Tanka e Waka, e pubblicato due libri di poesie: La raccolta delle sette lune (2001) e Nuvole vaganti (2018): ha in preparazione il libro 25 anni di Nuvole vaganti che vedrà la luce a fine 2025.

Nel gennaio 2017, con a una mostra di progetti per la città di Biella, fonda insieme a Nicoletta Feroleto l’Associazione culturale e movimento artistico per la rigenerazione URBAN Nature People Land KINTSUGI, che vuole estendere l’applicazione del kintsugi* agli ambiti urbano, della natura, delle persone, del paesaggio. Ad oggi sono stati realizzati
interventi a Biella, alla Trappa di Sordevolo, a Vermogno, utilizzando vernice acrilica dorata, in alcuni casi integrata da malta da restauro per la restituzione di superfici murarie. Nel 2017 nasce la collaborazione di URBAN KINTSUGI con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, in occasione della Giornata della memoria della Shoah. Da allora ogni anno si celebra la giornata con l’evento aperto a giovani, studenti e cittadini “Ricopiate e mandate a memoria“ dove testi tratti da autori come Primo Levi o Anna Frank o Liliana Segre e ricopiati a mano su biglietti, bigliettini, pagine e manifesti sono esposti sulla cancellata della villa Schneider, legati con filo d’oro: il filo d’oro della Memoria.

Da questi eventi è nato lo spin-off KINTSUGI MEMORIA, che ormai vive di vita autonoma, nell’ambito del quale Roberto Francese ultimamente ha realizzato opere in occasione della mostra “Avrò cura di te” tenutasi a Biella presso la chiesa di S. Nicola da Tolentino, dedicata al mulo Alpino, e “Migranti” presso la Sala degli affreschi del palazzo comunale di Candelo.

(*) Kintsugì: parola giapponese che significa “riparare con l’oro”: la pratica originale consiste nel riparare con lacca e polvere d’oro oggetti di ceramica di valore, anche affettivo. Nasce dall’idea che da una imperfezione o da una rottura o da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.